mercoledì 29 marzo 2017

Plum cake al limone


          Da qualche tempo vedevo su facebook questa torta detta dei 12 cucchiai. Molto facile da fare e da memorizzare, tutti gli ingredienti vanno nella misura di 12 cucchiai.

         A dire il vero non pensavo di farla, perché a mio figlio non piace l'aroma del limone, poi però ne avevo di bellissimi e profumati e mi sono cimentata. Buona, é buona, ma ci sono delle cose che non mi hanno convinta, vi dirò dopo ;)




Torta al limone dei 12 cucchiai
 3 uova
12 cucchiai di zucchero
12 cucchiai di latte (ho usato acqua)
12 cucchiai di olio
12 cucchiai di farina
  2 limoni succo e scorza
1 bustina di lievito per dolci

  • Montare le uova con lo zucchero e con parte dei cucchiai di acqua calda (questa é una mia variante perché l'acqua calda fa scioglire lo zucchero e montare meglio la massa)
  • Aggiungere gli altri ingredienti nell'ordine che si preferisce, versare in uno stampo ( io ho usato quello da plum cake da 30 cm) e infornare a 180°, anche meno se avete il forno ventilato
  • Far intiepidire e spolverare di zucchero a velo
Qui trovate la versione che ho seguito io, ma in rete ci sono molte variabili.




NOTE DOLENTI: il dolce è buono e molto profumato. Soffice, piacevole... ma non è cresciuto quasi per niente!! Già mentre mescolavo mi ero accorta che l'impasto era troppo liquido e temevo che questo avrebbe appesantito la torta, infatti così è stato. Tutti quei liquidi non ci stanno bene e, sebbene la quantità di impasto fosse notevole (lo stampo era pieno quasi del tutto!) il dolce non si è alzato. Nella foto sopra si nota l'altezza del plum cake posto vicino ad una tazza grande.

        Detto ciò aggiungo che oggi, girovagando per la rete, mi sono accorta che ci sono altre versioni di questa torta in cui i 12 cucchiai di olio e i 12 di latte vengono dimezzati così che si hanno 12 cucchiai tra i 2 ingredienti. Inoltre i 2 limoni diventano solo 1 e si ha così anche meno succo di limone. Concludo quindi che il dolce è da rifare perché buono e facile, ma con queste modifiche.

       Buon pomeriggio e serata! qui c'è il sole ma fa freddo!

martedì 28 marzo 2017

Nuovo Blog



     Vi presento ufficialmente il nuovo blog

Lì si parla di libri e film in particolare, ma di certo ci capiteranno argomenti fru-fru

Quindi vi invito ad andare sul nuovo




P.S: Se vi va di seguirmi fate un bel clic sugli spazi appositi

Storia di un corpo di Daniel Pennac

          Daniel Pennac è famoso per aver creato la saga del signor Malaussène, di professione capro espiatorio. Quando mio fratello, forse più di 20 anni fa, portòa casa Il Paradiso degli orchi ci divertimmo tutti come matti!!! Ovviamente seguirono La Fata Carabina e La Prosivendolama al quarto libro della saga ero già annoiata e credo di non aver neanche finito di leggerlo.


     Così, di Pennac, non ho più letto nulla. Lui, ovviamente, ha pubblicato ancora, ma io non mi sono più interessata. A parte la fine dell'interesse per Malaussène, a un certo punto non mi ha interessata più Pennac, presumo perché volevo passare ad altro, a un altro stile. Poi l'anno scorso, a fine estate, Feltrinelli fa una promozione interessante (ne ho già parlato qui) e tra i libri che compro c'è anche la Storia di un corpo (2012) di Daniel Pennac.   Ho cominciato a leggerlo qualche giorno fa e fra 20 pagine lo finirò.

      Il libro mi è piaciuto subito! Vediamo di che parla
Un ragazzino di 12 anni vive con la dispotica madre, il fratello immaginario e la tata Violette. Inizia a scrivere il diario per combattere le sue paure, per capire il suo corpo. Così, attraverso gli scontri con la madre, l'affetto per Violette, la debolezza fisica.... cominceremo a conoscere quest'uomo di cui non sapremo mai il nome. Lo vedremo crescere e andare in guerra (la prima guerra mondiale), innamorarsi, creare una famiglia, fare carriera (ma non sapremo mai qual è il suo lavoro) e, a poco a poco, invecchiare. Il tutto descritto attraverso le sensazioni e i cambiamenti del suo corpo. La trovata narrativa è bellissima, lo stile goliardico e "da maschi" . Mi è capitato, infatti, di leggere commenti su questo libro fatti nei vari gruppi Fb e ho

notato che, in generale, alle donne non piace. Perché? Presumo perché in molti punti si parla proprio di funzioni corporali, per giunta spiegate da un uomo, con un'immediatezza tipicamente maschile :DDD Vi risparmio i particolari, DOVETE leggerlo! Detto questo bisogna aggiungere che, a uno stile goliardico e a tratti sboccato, se ne aggiunge uno poetico e struggente. Le sofferenze della vita, i dolori dell'anima e del corpo, la perdita delle persone care, la depressione.

        Molto toccante tutta l'ultima parte sulla vecchiaia, i primi malori seri, il decadimento del corpo, l'incapacità sessuale... la parola è ironica, lo stile drammatico. Credo che, chi dice di non aver apprezzato questo libro, lo faccia proprio perché ci sbatte in faccia la nostra caducità, la nostra pochezza.... Io l'ho trovato meraviglioso proprio per questo.

              Un caro saluto!

lunedì 27 marzo 2017

Torta al caffé di Laura




       Questa buonissima torta è stata pubblicata nel lontano 2009 da Laura, meglio conosciuta come Mamma Bionica e la trovate qui. Poi è arrivata Paoletta e ne ha fatto una sua versione a forma di plum-cake con salsa al cioccolato e potete vederla qui. Io l'ho sempre trovata fantastica, ma non l'avevo mai fatta!




        Il fatto è che non amo molto i dolci da colazione e ho sempre rimandato la sua esecuzione fino a dimenticarmene completamente. Con l'arrivo della primavera si è anche presentata l'esigenza di perdere 2 o 3 chili, ma non ce la faccio, niente, nisba, caput! Io ingrasso in primavera anziché in inverno quindi, tanto vale rassegnarsi... e pensare che ho anche rinunciato alle zeppole il giorno di S. Giuseppe (ancora non ci credo...). E dunque, una volta stabilito che non era tempo di dieta, mi sono accorta di avere voglia di qualcosa di semplice ma buono e allora, che fare? Come d'incanto mi è tornata in mente questa torta e in men che non si dica l'ho realizzata! Eccola.




Ve la scrivo così come l'ha pubblicata Laura. Poi vi dico le mie piccole modifiche

Torta al super caffè
200 g zucchero 
 3 uova medie 
150 g farina 00 
100 fecola 
 10 g di lievito (non un grammo di pù né uno in meno)
una caffettiera di caffè per due
100 g di burro
40 g di olio di mais
caffè solubile a piacere (io ne ho usati 4 cucchiaini colmi).

Sbattete i tuorli con lo zucchero e un goccio di caffé, poi sempre montando unite il burro fuso raffreddato. Incorporate setacciati la farina, la fecola e il lievito e piano piano mescolate con il caffé ormai freddo nel quale avrete sciolto, quando era caldo, il caffé solubile: lo specifico perché capita che usando il caffé solubile di alcune marche non si sciolga quasi mai per intero e allora non è proprio simpatico l'effetto.Sempre nello stesso bicchiere nel quale immagino avrete versato il caffé avrete pesato l'olio (per non usare due bicchieri: odio sprecare energie, ho già troppo disordine in casa, e poi faccio già troppa fatica a far entrare la roba in lavastoviglie ).

Alla fine unite delicatamente gli albumi e versate nella tortiera da 24 cm.





Le mie modifiche:

  1. Ho sostituito il burro e l'olio di mais con 120 ml di olio d'oliva
  2. Ho messo la bustina di lievito intera :DDDDD
  3. Ho tagliuzzato circa 50 g di cioccolato fondente e l'ho messo sull'impasto appena versato nello stampo. Mescolato un po' e in forno
Note:
  1. La prossima volta ci faccio una salsa al cioccolato come ha fatto Paoletta qui ed evito il cioccolato all'interno
  2. Sempre la prossima volta diminuisco la dose di caffè solubile, 2 cucchiaini anzichè 4
  3. Devo anche ricordarmi di usare lo zucchero muscovado che col caffè ci sta bene ;)

Alla prossimaaaaaa!!!!



sabato 25 marzo 2017

Primavera

       Ero e sono molto entusiasta di questo nuovo blog, ma la primavera incombe, i pollini pure, gli occhi gonfi, li starnuti e le coperte da smantellare!! Gli armadi da svuotare e i vestiti da lavare! ;D




         E dunque, buon inizio Primavera!




       Ci vediamo fra qualche giorno ;)

mercoledì 22 marzo 2017

Farfalle ai Peperoni


           Come avrete notato, se vi trovate a passare ogni tanto da queste parti, sto pubblicando poco e questo non per la solita apatia da scrittura che sopravviene in primavera, ma perché sto proprio cucinando poco :))) Insomma, l'indispensabile, le cose solite di tutti igiorni.

              E infatti oggi vi propongo un piatto molto semplice, piuttosto veloce da preparare e buono. Il gusto é delicato. É una pasta con crema di peperoni di cui c'é giá una versione qui, ma diversa




Penne con tonno e peperoni

Per 2 persone 
  • Ho soffritto 2 peperoni gialli con olio, aglio e peperoncino, sale e pepe
  • Li ho lasciati stufare e appena raffreddati li ho passati al passaverdure
  • Ho rimesso in padella e ho aggiunto una scatoletta di tonno e una manciata di parmigiano
  • Lessata la pasta (farfalle) e saltata nel sughetto
Buon appetito!

venerdì 17 marzo 2017

Sostiene Pereira

       Sostiene Pereira è un libro di Antonio Tabucchi del 1994. Vincitore di tanti premi letterari e molto amato dai lettori. Io l'ho letto solo quest'anno e ne sono rimasta delusa. Mi sono chiesta se magari avessi aspettative troppo alte a proposito di questo racconto e ho concluso che non è stato quello il motivo del mio malcontento. E allora, perché questa delusione?

     
        Il signor Pereira è direttore della pagina culturale del Lisboa, conduce una vita indolente e senza aspettative, mangia male ed è grasso. Un giorno conosce un giovane appena laureato, Francesco Monteiro Rossi che gli chiede di scrivere qualche articolo per il giornale, per poter guadagnare qualcosa e Pereira accetta, anche se non pubblicherà mai i suoi articoli (necrologi di grandi uomini) perché hanno un taglio troppo rivoluzionario o sovversivo. Pereira si troverà a lottare tra il coinvolgimento che aumenta sempre più con le idee del giovane (siamo nell'Europa franchista e le cose devono cambiare) e la voglia di condurre gli ultimi anni della sua vita in maniera pacifica, senza immischiarsi in guai alcuni. La lettura è pacata, serena, come lo sono le giornate di Pereira che mangia omelettes, cammina, va al giornale, traduce Balzac... e per questo il libro è piacevole. I capitoli sono di 4, 6 pagine e si leggono subito, si saltella soavemente nel linguaggio erudito di Tabucchi.

        Nonostante ciò, il libro non mi ha convinta. Pur essendo una lettura che consiglio perché credo che possa piacere o meno a seconda dell'umore del lettore, ciò nonostante io ne sono uscita abbastanza annoiata. Sarà che Pereira è un uomo sulla via del tramonto che cerca e ottiene un riscatto dalla vita, sarà che io non ho ancora buttato la spugna e/o le idee della giovinezza... ebbene, questo racconto non mi ha convinta. Se lo leggete o lo avete letto potrete dirmi la vostra.

                               Alla prossima!!

lunedì 13 marzo 2017

Il Grande Paese

       Che dire di questo meraviglioso film? Davvero niente, impossibile.

Per chi fosse interessato, qui la trama, fin troppo minuziosa. A me resta solo da dire che questo è un film da vedere e che potrete approfittare del fatto che lo sta trasmettendo Rai Movie a giorni e orari alterni. Su Rai Play non c'è. Gregory Peck vale sempre la pena e pure Charlton Eston, anche lui nel film.



      I temi sono attuali, seppur il film è del 1958!

La forza fisica contro quella morale, gli odii antichi e covati al di là della ragione, il potere che si vuole imporre su tutto e le immagini...che dire delle immagini?

        Davvero un grande Paese :D

domenica 12 marzo 2017

Panzerotti, altra ricetta

        Una ricetta di panzerotti é giá presente in questo blog e la trovate qui, anche se, alla fine, si tratta di mescolare farina acqua e lievito e andare a sentimento :)) Avevo giá provato a farli con la semola con un risultato scadente, ma mi ero ripromessa di riprovarci perché in quel caso avevo optato per una lievitazione veloce che, per la semola, non va bene.




Qualche tempo fa mi sono imbattuta in una bella ricetta in uno dei soliti gruppi fb cucinieri, e ho voluto provarla, eccola qua

Panzerotti di Enza Falco

300 gr semola
250 farina 00
150 latte 150 acqua tiepida 3 cucchiai di olio evo
2cucchiaini di zucchero
10 gr sale
1 lievito di birra  1 cubetto ( io ne ho messo di meno)
Nel boccale latte acqua zucchero olio e lievito 1 min vel 2
Unire le farine impastare 4 min vel spiga
Mettere l impasto in una coppa grande dopo averlo leggermente lavorato con le mani
Coprire con pellicola è sopra un canovaccio
Mettere nel forno spento per 2 h a lievitare
Dopo le due ore il panetto risullta bello gonfio e soffice messo video
Formare palline e fare lievitare ancora per 1 h
Stendere con mattarello e riempire i panzerotti a vostro piacere

NOTE: Ho copiato la ricetta così come l'ho presa da fb, ma io ho messo 5 grammi di livito di birra e fatto lievitare tutta la notte in frigo. Al mattino togliere dal frigo, preparare le palline, farle lievitare e farcirle con sugo di pomodoro e mozzarella. Per vedere il procedimento, qui ci sono i fotogrammi ;)




         Bé, la domenica é quasi finita e io vi auguro un buon inizio di settimana!

sabato 11 marzo 2017

Million Dollar Baby

      Non avevo ancora mai visto questo film del lontano 2004. Sapevo che era bello, sapevo che aveva vinto tanti premi, ma ancora non mi era capitato di soffermarmici (che brutto termine!!)    

      Stamattina era appena cominciato quando, girovagando sui canali tv, mi ci sono imbattuta e ho deciso di guardarlo. Bello, bellissimo, molto più di quanto mi aspettassi. Qui potrete saperne di più se volete indicazioni sulla trama, gli attori, i premi. Io, guardandolo, ho pensato a 2 cose in particolare:

                     
  1. Intanto al rapporto malato che hanno i giovani coi vecchi. L'esperienza, la vita, potrebbero essere tanto di aiuto a chi sta crescendo, a chi deve prendere il suo posto nella società e, molto 
  2. spesso, gli anziani ce ne privano. Vedere un rapporto in cui una persona adulta insegna qualcosa ad un giovane è sempre un piacere. A ognuno di voi le proprie riflessioni.
  3. E poi questa storia dell'eutanasia, un atto di pietà, non un omicidio. Da ricordare che, se non ci fosse una macchina da staccare, non ci sarebbe neanche il problema. La modernità ha portato con sé questo ulteriore dilemma...
Felice serata e alla prossima!

venerdì 10 marzo 2017

Ripper e Dupin

       Ho scoperto Isabel Allende una quindicina di anni fa con Afrodita. Per un'amante della cucina e del bel vivere, leggere quel libro è un'esperienza da fare. Ovviamente la conoscevo già, ma di lei non avevo letto ancora niente. Dopo quel romanzo ne ho letti altri 3 o 4 cioè quelli in cui lei scrive prendendo spunto dalla sua vita, poi niente, avevo esaurito l'interesse per questa scrittrice. Qualche mese
fa, era ancora estate, alla Feltrinelli di Bari, ho visto che proprio l'Universale Economica Feltrinelli, vendeva 2 libri al prezzo di Euro  9.90, un'offerta imperdibile!!! Comprai una decina di libri e, tra questi, anche Il Gioco di Ripper della Allende: ero curiosa di leggere un'altra sua opera! Ebbene, mai scelta fu più infelice!!! Certo, il romanzo è scritto bene, alcune parti sono davvero piacevoli, ma ci sono davvero troppe cose che non vanno. Intanto, molto brevemente la trama: a San Francisco c'è una serie di omicidi su cui indaga l'ispettore Bob Martìn, divorziato da Indiana Jackson. La loro figlia, Amanda Martìn, decide di indagare anche lei con un gruppo di amici di Internet utilizzando il gioco di Ripper. Per prima cosa vi comunico che non ho capito affatto come funziona questo gioco! Non che ne senta il bisogno, in verità...In secondo luogo vi dico che, in questo romanzo, Isabel Allende ha messo davvero troppa carne al fuoco. Evidentemente strutturare il giallo non le bastava e ci ha infilato gli amori complessi, il Vietnam e il peso che ne sentono ancora gli americani, la magia, i personaggi strani, i problemi degli adolescenti, i drammi dei divorziati, con qualche reminiscenza di Psycho in un personaggio che a volte è uomo a volte è donna. Tutto ciò a discapito di un intrigo poliziesco davvero banale, insomma, capirete subito chi è l'assassino ma sarete costretti  a leggere ancora per poter finire il libro :D In casi di libri come questo si parla di letture non impegnative, leggere...  ebbene, a me queste letture non piacciono. Se voglio una lettura leggera leggo Topolino, così posso anche ridere molto.
          Mentre leggevo Ripper mi venivano in mente Ellery Queen e Conan Doylei piccoli indiani e Perry Mason e davvero era impossibile non fare paragoni! Ma soprattutto ho ripensato al genio di Allan Poe, alla creazione di Dupin e alla sua capacità analitica. Ho letto
 Le tre inchieste di Dupin da ragazzina, nell'edizione che vedete in foto... credo che fossero gli albori di Feltrinelli. Questi 3 racconti vennero pubblicati estrapolandoli dai tanti racconti di Poe e, in origine, erano stati pubblicati sul Graham Magazine di Philadelphia a partire dall'Aprile 1841. Nei racconti di Poe ci sono già tutti gli elementi che ritroveremo in seguito nei libri polizieschi: il detective dilettante geniale e un po' artista, il poliziotto che non riesce a raccapezzarsi con l'enigma, l'aiutante fidato (vedi Watson in Conan Doyle)... Ebbene, in tanti hanno seguito gli insegnamenti di E. A. Poe in maniera geniale, la Allende decisamente no. Il giallo non è il suo genere e spero che non ne scriva più. Se vorrete leggere questo suo romanzo vi troverete comunque di fronte a una lettura scorrevole e di mestiere, non penserete di aver buttato dei soldi!!!! Ma se siete amanti dei thriller, evitate di farlo.

        Se volete leggere qualcosa di Isabel Allende, vi consiglio questi libri, che sono quelli che io ho letto e che mi sono piaciuti :D

Il piano Infinito (già meno bello)
E poi Il mondo di Isabel Allende, un'intervista con la scrittrice fatta da Celia Correas Zapata e pubblicata nel 1998.

          Fate buone letture!!!!!!!

mercoledì 8 marzo 2017

Un film pensando all'8 marzo: Water

Mhhhh.... non ho mai pubblicato niente a proposito della festa delle Donne. Decisamente non mi piace parlarne e non mi piace sentire i commenti femminili. Oggi però voglio ri-pubblicare un post già presente nell'altro blog, a proposito del film Water, in cui si parla di un problema molto serio, il fatto cioè che bambine ancora molto piccole possano restare vedove e di quale triste fine le attenda. Non mi sento di commentare, solo di invitarvi a riflettere, che magari l'8 Marzo serve proprio a quello.
Immagine presa dal web


Guardando Water

 L'altra sera ho visto questo film  bellissimo e struggente.Siamo in India, nel 1938, e la piccola Civia (questa la pronuncia, non so come si scriva), a soli 8 anni, resta vedova e viene rinchiusa in un ashram insieme ad altre vedove di tutte le età e condizioni, giovani, anziane, pazze....
        Il film racconta la vita dentro e fuori la casa delle vedove, i dolori, lo strazio, gli amori, la fede.
I temi di riflessione sono molti, a partire dal restare vedova a 8 anni, ma a me viene in mente un discorso più generale

        Ci troviamo per l'ennesima volta di fronte alla mortificazione del corpo femminile e della femminilità. Le vedove sono impure e non possono toccare alcuno.

       Nel corso dei secoli e dei millenni la femminilità, il potere seducente delle donne, è stato svilito  e umiliato. Pensavo a come la capacità di far perder la testa , di allontanare l'uomo dalla ragione, sia stata mortificata e intrappolata nella donna per bene.





          Via libera, invece, alla seduzione, nel corpo di prostitute e intrattenitrici. Anche quello un mondo chiuso, la necessità maschile di intrappolare quello che non riesce a controllare. Un modo, per l'uomo, di dominare le sue emozioni attraverso il controllo della donna e del suo essere.

         E pensavo, infine, a quanto, col tempo, le cose non siano mica tanto migliorate!
Onorati padri di famiglia che, appena mettono i figli a letto, corrono dall'amante di turno, quella che gli dà sicurezza, quella che è arrivata dall'Est e che, bisognosa di tutto, si fa serva per la casa e per il cibo che le è stato procurato. Quella che incarna la femminilità negata a tua moglie, bella e accondiscendente perchè ha solo da guadagnare.

         La situazione sembra la stessa, ma è cambiata la prospettiva: le serve di oggi lo diventano volontariamente, il potere è nelle loro mani perchè hanno bisogno e bisogna aiutarle. Da reiette a regine. Anni e anni di lotte per elevare la dignità della donna, buttati al vento da chi questa dignità non la vuole perchè scomoda, e da ometti che hanno bisogno di serve per sentirsi grandi.

         Ecco, pensavo a questo mentre guardavo il film

martedì 7 marzo 2017

L'Idiota di Fedor Dostoevskij


Qualche giorno fa leggevo su Amazon un commento a proposito di un libro dell' 800, non ricordo quale... si trattava di un capolavoro, di un classico, di uno di quei libri che vanno assolutamente letti! Il commento era molto bello e diceva più o meno che quel libro risentiva del tempo passato (come tutti i classici)
e che bisognerebbe provare a dire le stesse cose ai contemporanei con linguaggio moderno. Sono d'accordo con quest'affermazione e si addice particolarmente a quest'opera di Dostoevskij. Sin dalle prime pagine ci si rende conto di quanti secoli ci separino dall'autore e di come la vita e le persone siano profondamente cambiate.
             Il principe Myskin viaggia in treno e sta tornando in Russia dalla Svizzera. E' stato lì diversi anni per essere curato dall'idiotismo e dall'epilessia. Incontra Rogozin (che diverrà una specie di rivale in amore) e Lebedev, uomo viscido e pettegolo. Il principe non ha un soldo e si sta recando da alcuni suoi lontani parenti per avere aiuto, per cercare lavoro. Già solo questo può spiazzare il lettore moderno! Un principe senza soldi, i dialoghi surreali, un uomo semplicemente buono (e lo si capisce subito) curato per idiota....
 La storia va avanti, si arriva a Pietroburgo: le vite dei personaggi già incontrati si incroceranno a quelle di altri. Il romanzo proseguirà passando per i loro incontri, le loro liti, i loro amori. DEcisamente mi fermo qui per quanto riguarda la trama, per lasciare a voi il piacere della lettura, ma voglio soffermarmi sulle mie impressioni. A una prima lettura questo romanzo sembra il trionfo dell'assurdo! Il comportamento di tutti i personaggi è a dir poco strampalato; la manifestazione dei propri sentimenti rasenta l'esibizionismo, i pensieri sono urlati, le liti portate in piazza.questa cosa può scombussolare, in realtà sembra di essere a teatro, un teatro dove tutto è urlato per permettere alla platea di sentire. Un teatro dell' 800, però. Se leggerete questo romanzo vi consiglio di accogliere tali stranezze con un sorriso e andare avanti perché vi imbatterete in altre pagine, questa volta lucide e commoventi, in cui Dostoevskij anticipa la storia che verrà.
Anticipa Freud su molti temi e la stessa teatralità dei dialoghi sembra dar voce all'inconscio. Descrive il sogno e i suoi misteri con un'arguzia di cui ancor oggi gli studiosi della mente si meravigliano, come ci dice Laura Salmon, traduttrice e curatrice del libro (edizione BUR). Per non parlare di alcune pagine in cui lo scrittore descrive gli attacchi epilettici del principe Myskin e della percezione che ne aveva quando stavano per manifestarsi, di come il suo comportamento cambiasse... Pare che ancor'oggi i neuroscienziati facciano riferimento a tali pagine per capire il mistero di questa malattia.
          Decisamente mi fermo qui. L'opera è talmente potente da necessitare della lettura di trattati veri e propri per essere compresa, per entrare nello spirito del tempo (cosa che sto facendo ma con cui non voglio tediarvi), di certo non del parere di una lettrice appassionata che esprime poche opinioni. In questa sede volevo solo segnalarvi che L'Idiota è un libro che merita di essere letto, merita che gli diate una possibilità, soprattutto se vi piacciono le sfide!

NOTE: gli accenti per i nomi russi sono sbagliati o non ci sono perché non riesco a scovarli sulla tastiera. Alla prossima-!

La Colomba mono impasto di Paoletta




        Breve post oggi, solo qualche foto, per farvi vedere questa Colomba preparata l'anno scorso.




      La ricetta è di Paoletta di Anice e Cannella, ma non la trovate sul suo blog




      Questa ricetta è infatti stata pubblicata sul gruppo facebook di Paoletta l'anno scorso e ha avuto un grande successo, così come il panettone mono impasto

domenica 5 marzo 2017

Gugelhuupf di sua maestá 2


Questa ricetta é giá presente su questo blog e la trovate qui. Quando lo feci la prima volta mi piacque moltissimo e pensai che fosse addirittura più buono di un pandoro buono ;) Lo rifeci, ma ancora non avevo provato la versione intera, quella con 12 ruorli! Ebbene si... ci saranno problemi di salute... :D


  Ma bando alle ciance ed eccovi la ricetta. Alla fine però scriverò delle annotazioni perché ho sbagliato una cosa

Gugelhupf di sua maestá 2
150 g di burro
12 tuorli
250 g di farina
25 g lievito di birra (le note alla fine riguarderanno proprio il lievito)
80/100 g zucchero
40/50 ml di latte
Buccia di arancia e di limone grattugiata


  • Sciogliere il lievito nel latte tiepido
  • Cominciare a montare il burro per bene e aggiungere un tuorlo
  • Aggiungere la farina mischiata con lo zucchero alternando ai tuorli. Continuare a montare.
  • Come potetevedere dalla foto sopra, a un certo punto l'impasto é come incordato


  • A questo punto ho cambiato le fruste con quelle a spirale
  • Ho aggiunto il latte col lievito e l'impasto é diventato più morbido, ma non ha perso la corda visto che é rimasto filante




  • Versare nello stampo (ho solo imburrato) e far lievitare. Ci ha messo circa 3 ore
  • Quando la pasta ha raggiunto il bordo infornare a 170° per circa 40 '. Io ho cotto a 150° perché il forno é ventilato



      Questo é il dolce cotto



     E qui é sformato. Cospargere abbondantemente di zucchero a velo!



     Questo dolce é squisito e molto bello a vedersi, però.....

NOTE: dovete assolutamente diminuire la quantitá di lievito!!! Infatti, per quanto sia venuto bello e buono, non ha eguagliato la bontá di quello fatto in precedenza dove lievitò per tutta una notte. Le lunghe lievitazioni favoriscono lo sprigionarsi dei profumi e in questo caso il dolce aveva qualcosa che non andava, minor sentore di burro e di aromi... ma buono, eh?



Credo sia tutto! Buona serata a tutti e buon inizio settimana!

sabato 4 marzo 2017

Ghost Academy

          Ieri mattina mi sono imbattuta in questo divertente  film trasmesso da Rai Movie.
Vi sono raccontate le esilaranti avventure di Modesto, un professore di letteratura che, sin da ragazzo, è tormentato dal fatto di vedere i fantasmi. Finalmente approda in una scuola dove i fantasmi ci sono davvero, 5 adolescenti morti in un incendio avvenuto nella stessa scuola 25 anni prima. Compito del professore sarà quello di aiutare i ragazzi a passare a miglior vita.


     Il film è molto divertente, con effetti speciali efficaci ma non esagerati ;) Inoltre ho trovato esilaranti i siparietti dallo psichiatra, dove il protagonista si reca per essere curato e trovare anche lì un fantasma, il padre dello psichiatra morto suicida.

       Il film è spagnolo, del 2012, e ha vinto diversi premi per il genere.
Quello che vedete sopra è un estratto del film perché non riesco a caricare da you tube il trailer. Questo è il link. Inoltre su you tube c'è il film completo ;)

Buona visione!

L'Umiltá del Male

       In questo post vi parlavo di Stephen King e del suo libro L'Ombra dello Scorpione. Riprendo il discorso da lì per parlarvi di un altro libro. Ma ricominciamo!

       Un punto che ho trovato molto interessante nel libro di King e che vorrei sottolineare riguarda la descrizione dei personaggi che seguono la via del Male. Sono malvagi? Non direi proprio.

Sono gli emarginati, gli esclusi, quelli vissuti all'ombra di qualcun altro e che cercano un ruolo nella loro vita e nella società. Randal Flagg li accoglie, li nutre e li lega a sé. Poiché sono stati accettati, essi gli obbediscono, lo rispettano ed eseguono i suoi ordini, pur temendolo per primi. A questo proposito, mentre leggevo, mi venivano alla mente infinite riflessioni, in particolare ho ricordato un libro letto qualche anno fa, L'Umiltà del Male, di Franco Cassano, docente di Sociologia all'Università di Bari. In questo testo breve, conciso ed efficace, si porta avanti una tesi molto interessante. Cito dal prologo: ".... questo vantaggio (del male sul bene) dipende in primo luogo dalla sua umiltà, da un'antica confidenza con la fragilità dell'uomo, che gli permette di usarla ai propri fini. Del resto, chi lavora sulle tentazioni, non può non conoscere le nostre debolezze. Il bene, invece, è così preso dall'ansia di raggiungere le sue vette, che spesso finisce per voltare le spalle all'imperfezione dell'uomo, lasciandola tutta nelle mani delle strategie del male". 

        Per dimostrare questa tesi, il professor Cassano prende le mosse dalla Leggenda del grande Inquisitore, presente nei Fratelli Karamazov di Dostoevskij. Siamo nella Siviglia del XVI secolo, in una piazza in cui, il giorno prima, erano stati bruciati 300 eretici.
La folla che cammina nella piazza attende la venuta di Cristo e, vista la drammaticità del periodo storico, Gesù compare effettivamente fra loro.
La folla è felice, gli si accalca intorno, ma il Grande Inquisitore lo fa arrestare. Non sto ora a spiegarvi i particolari dell'analisi del professor Cassano, Ma il senso del discorso dell'Inquisitore è che Cristo viene rimproverato di aver preteso dall'uomo un comportamento troppo perfetto che però non si confà alla natura dello stesso. La Chiesa Invece, che lui rappresenta e che ha ben compreso quanto sia difficile per gli uomini seguire i dettami divini, è più tollerante, perdona e sorvola sulla debolezza etica della maggioranza degli uomini. Il discorso procede verso il concetto di libertà, quella che Dio ha dato agli uomini e che loro non sono capaci di gestire, poiché, tranne pochi eletti, hanno bisogno di essere guidati. Cristo ha sbagliato, dice l'Inquisitore, perché ha dato agli uomini una fede libera giudicandoli in maniera troppo alta.

        Spero che concordiate con me nel dire che le premesse di questo libro sono molto interessanti, quindi non vi svelo le ulteriori argomentazioni di Cassano che passa ad analizzare anche Primo Levi e certa critica letteraria sempre a proposito dell'Inquisitore, né tanto meno di Dostoevskij perché I Fratelli Karamazov è un libro che va letto.

           Un caro saluto a chiunque passi di qui

giovedì 2 marzo 2017

Panbriacone casalingo



       Qualche anno fa le lodi del Panbriacone cominciarono ad essere decantate su internet. Lo produceva la ditta Bonci e, per chi non lo poteva assaggiare era un gran tormento. Poi questo magnifico dolce é arrivato anche in terronia e la sottoscritta ha potuto apprezzarne le qualitá. Ma quest'anno che succede? Ebbene, su uno dei tanti gruppi facebook la signora Gianna Faggioli proprone la ricetta casalinga di questo dolce squisito e io, ovviamente, l'ho provata!




       Vi dico subito che, rispetto alla ricetta che copierò qui sotto, ho apportato 2 modifiche:
  1. Ho usato una biga fatta con qualche grammo di lievito di birra anziché il lievito madre. Sto panificando poco e l'ho fatto fuori ;)
  2. Nella ricetta é scritto di preparare l'impasto e mettere subito nello stampo a lievitare tutta la notte, quindi infornare. Io ho preferito fare le 2 lievitazioni, quindi la pasta ha lievitato la notte e al mattino ho formato e messo nello stampo



Ed ora finalmente ecco a voi la ricetta

Panbriacone casalingo proposto da Gianna Faggioli (riporgo le sue parole, per le modifiche vedi sopra

Questa è la ricetta che più si avvicina a quella dei fratelli Bonci che rimane" segreta" .
Panbriacone
Ingredienti
350 g di manitoba
90 g di lievito madre
110 g di burro morbido
120 g di zucchero
200 g di latte intero
1 uovo e 2 tuorli
I semi di mezza stecca di vaniglia
80 g di uvetta
Mezzo bicchiere di passito
La scorza grattugiata di un limone
Un pizzico di sale
Procedimento
Mettere a bagno l' uvetta nel passito per 30 minuti.
Lavorare con una frusta lo zucchero, la scorza grattugiata del limone e il burro morbido. Sciogliere il lievito nel latte tiepido e versarlo nel composto, aggiungere poi le uova, la farina setacciata e continuate a lavorare bene il tutto. Infine aggiungere la vaniglia, l' uvetta e il passito nel quale è stata ammorbidita, il sale e lavorare fino a far diventare elastico l' impasto,dopodiché metterlo in uno stampo da panettone o da plum cake e far lievitare circa 12 ore, fino al raggiungimento del bordo della teglia. Infornare in forno preriscaldato a 180 gradi per circa 45 minuti.




Questo dolce é davvero squisito, mi é piaciuto moltissimo. Lo rifarò certamente ma lo bagnerò con uno sciroppo liquoroso, come effettivamente deve essere ;) Ovviamente vi terrò informati.

        Felice serata a tutti!