Pagine

martedì 28 marzo 2017

Storia di un corpo di Daniel Pennac

          Daniel Pennac è famoso per aver creato la saga del signor Malaussène, di professione capro espiatorio. Quando mio fratello, forse più di 20 anni fa, portòa casa Il Paradiso degli orchi ci divertimmo tutti come matti!!! Ovviamente seguirono La Fata Carabina e La Prosivendolama al quarto libro della saga ero già annoiata e credo di non aver neanche finito di leggerlo.


     Così, di Pennac, non ho più letto nulla. Lui, ovviamente, ha pubblicato ancora, ma io non mi sono più interessata. A parte la fine dell'interesse per Malaussène, a un certo punto non mi ha interessata più Pennac, presumo perché volevo passare ad altro, a un altro stile. Poi l'anno scorso, a fine estate, Feltrinelli fa una promozione interessante (ne ho già parlato qui) e tra i libri che compro c'è anche la Storia di un corpo (2012) di Daniel Pennac.   Ho cominciato a leggerlo qualche giorno fa e fra 20 pagine lo finirò.

      Il libro mi è piaciuto subito! Vediamo di che parla
Un ragazzino di 12 anni vive con la dispotica madre, il fratello immaginario e la tata Violette. Inizia a scrivere il diario per combattere le sue paure, per capire il suo corpo. Così, attraverso gli scontri con la madre, l'affetto per Violette, la debolezza fisica.... cominceremo a conoscere quest'uomo di cui non sapremo mai il nome. Lo vedremo crescere e andare in guerra (la prima guerra mondiale), innamorarsi, creare una famiglia, fare carriera (ma non sapremo mai qual è il suo lavoro) e, a poco a poco, invecchiare. Il tutto descritto attraverso le sensazioni e i cambiamenti del suo corpo. La trovata narrativa è bellissima, lo stile goliardico e "da maschi" . Mi è capitato, infatti, di leggere commenti su questo libro fatti nei vari gruppi Fb e ho

notato che, in generale, alle donne non piace. Perché? Presumo perché in molti punti si parla proprio di funzioni corporali, per giunta spiegate da un uomo, con un'immediatezza tipicamente maschile :DDD Vi risparmio i particolari, DOVETE leggerlo! Detto questo bisogna aggiungere che, a uno stile goliardico e a tratti sboccato, se ne aggiunge uno poetico e struggente. Le sofferenze della vita, i dolori dell'anima e del corpo, la perdita delle persone care, la depressione.

        Molto toccante tutta l'ultima parte sulla vecchiaia, i primi malori seri, il decadimento del corpo, l'incapacità sessuale... la parola è ironica, lo stile drammatico. Credo che, chi dice di non aver apprezzato questo libro, lo faccia proprio perché ci sbatte in faccia la nostra caducità, la nostra pochezza.... Io l'ho trovato meraviglioso proprio per questo.

              Un caro saluto!

Nessun commento:

Posta un commento