Ho scoperto Isabel Allende una quindicina di anni fa con Afrodita. Per un'amante della cucina e del bel vivere, leggere quel libro è un'esperienza da fare. Ovviamente la conoscevo già, ma di lei non avevo letto ancora niente. Dopo quel romanzo ne ho letti altri 3 o 4 cioè quelli in cui lei scrive prendendo spunto dalla sua vita, poi niente, avevo esaurito l'interesse per questa scrittrice. Qualche mese
fa, era ancora estate, alla Feltrinelli di Bari, ho visto che proprio l'Universale Economica Feltrinelli, vendeva 2 libri al prezzo di Euro 9.90, un'offerta imperdibile!!! Comprai una decina di libri e, tra questi, anche Il Gioco di Ripper della Allende: ero curiosa di leggere un'altra sua opera! Ebbene, mai scelta fu più infelice!!! Certo, il romanzo è scritto bene, alcune parti sono davvero piacevoli, ma ci sono davvero troppe cose che non vanno. Intanto, molto brevemente la trama: a San Francisco c'è una serie di omicidi su cui indaga l'ispettore Bob Martìn, divorziato da Indiana Jackson. La loro figlia, Amanda Martìn, decide di indagare anche lei con un gruppo di amici di Internet utilizzando il gioco di Ripper. Per prima cosa vi comunico che non ho capito affatto come funziona questo gioco! Non che ne senta il bisogno, in verità...In secondo luogo vi dico che, in questo romanzo, Isabel Allende ha messo davvero troppa carne al fuoco. Evidentemente strutturare il giallo non le bastava e ci ha infilato gli amori complessi, il Vietnam e il peso che ne sentono ancora gli americani, la magia, i personaggi strani, i problemi degli adolescenti, i drammi dei divorziati, con qualche reminiscenza di Psycho in un personaggio che a volte è uomo a volte è donna. Tutto ciò a discapito di un intrigo poliziesco davvero banale, insomma, capirete subito chi è l'assassino ma sarete costretti a leggere ancora per poter finire il libro :D In casi di libri come questo si parla di letture non impegnative, leggere... ebbene, a me queste letture non piacciono. Se voglio una lettura leggera leggo Topolino, così posso anche ridere molto.
Mentre leggevo Ripper mi venivano in mente Ellery Queen e Conan Doyle, i piccoli indiani e Perry Mason e davvero era impossibile non fare paragoni! Ma soprattutto ho ripensato al genio di Allan Poe, alla creazione di Dupin e alla sua capacità analitica. Ho letto
Le tre inchieste di Dupin da ragazzina, nell'edizione che vedete in foto... credo che fossero gli albori di Feltrinelli. Questi 3 racconti vennero pubblicati estrapolandoli dai tanti racconti di Poe e, in origine, erano stati pubblicati sul Graham Magazine di Philadelphia a partire dall'Aprile 1841. Nei racconti di Poe ci sono già tutti gli elementi che ritroveremo in seguito nei libri polizieschi: il detective dilettante geniale e un po' artista, il poliziotto che non riesce a raccapezzarsi con l'enigma, l'aiutante fidato (vedi Watson in Conan Doyle)... Ebbene, in tanti hanno seguito gli insegnamenti di E. A. Poe in maniera geniale, la Allende decisamente no. Il giallo non è il suo genere e spero che non ne scriva più. Se vorrete leggere questo suo romanzo vi troverete comunque di fronte a una lettura scorrevole e di mestiere, non penserete di aver buttato dei soldi!!!! Ma se siete amanti dei thriller, evitate di farlo.
Se volete leggere qualcosa di Isabel Allende, vi consiglio questi libri, che sono quelli che io ho letto e che mi sono piaciuti :D
Il piano Infinito (già meno bello)
E poi Il mondo di Isabel Allende, un'intervista con la scrittrice fatta da Celia Correas Zapata e pubblicata nel 1998.
Fate buone letture!!!!!!!
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