Quando comprai Ogni mattina a Jenin che parlava di Palestinesi, decisi subito che mi serviva un contrappeso ebraico e così la mia scelta cadde su questo libro di Amos Oz.
Siamo nella Gerusalemme del 1959 e il giovane Shemuel Asch decide di abbandonare l'Università per una delusione d'amore. Ha anche pochi soldi così accetta un lavoro a casa del vecchio Gershom Wald per tenergli compagnia. Nella casa vive anche Atalia, una donna non più giovanissima ma piena di fascino. La storia segue 2 piani paralleli: uno riguarda la vita dei protagonisti e il loro interagire; l'altro è attinente alle discussioni che i tre fanno sui problemi tra palestinesi ed ebrei, sul senso della
guerra, sulla figura di Gesù vista dagli ebrei e sul ruolo che ebbe Giuda in quella vicenda. Questo secondo piano è molto più interessante!! Veniamo a conoscere gli scritti di Giuseppe Flavio, di Agapio, di Shimon Ben Azai e di altri ebrei che hanno voluto screditare la figura di Gesù, visto che loro sono stati odiati di cristiani in quanto considerati assassini del figlio di Dio.
Le argomentazioni dell'opera a favore di una o dell'altra tesi sono molto interessanti e per questo ne consiglio caldamente la lettura. Devo però dire che la parte che riguarda la vita, i drammi e i dilemmi dei protagonisti è, per me, stancante e fa smorzare l'entusiasmo per le altre pagine ben più interessanti 😓 L'opera manca inoltre di quel pathos che a me piace tanto, che ti fa stare incollato alle pagine finchè non hai finito di leggere tutto!!!!
Leggetelo dunque, ma con la consapevolezza che quest'opera potrebbe deludervi o forse, voi potreste smentire me 💖💖
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